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Il cambiamento secondo Bersani: Marini al quirinale. Trionfo del ridicolo.

Come partorire un vecchio
Intendiamoci: l'età non centra; ad essere vecchia in Marini è la concezione della politica: una lotta tra partitocrati per ottenere poltrone.



Mai come in questo difficile momento avremmo bisogno di vera politica: decidere cosa fare in economia, regole da riscrivere, nuove modalità elettorali, un governo che possa governare ed una classe politica che pensi a rinnovare lo Stato. <<Non si è tutti uguali, cambiare si può>> à detto Bersani solo quattro giorni fa; se questa è la sua prima mossa mi si rafforza l'opinione che come era prevedibile non può essere lui a farlo. Bersani e Berlusconi a braccetto nello scegliere un Presidente della Repubblica rifiutato dai cittadini e specchio di lotte partitocratiche che nulla ànno a che fare con gli interessi degli italiani non è certamente una gradevole prospettiva. In diversi ànno già postato sui social networks un link ad un articolo del Corriere della Sera ( Marini: cosi' io e D' Alema facemmo cadere Prodi ) che ritrae cosa sia la politica secondo Marini: intrallazzi e lotte per poltrone senza poi una chiara idea di come gestire lo Stato. Fare cadere governi prima sostenuti per puri interessi di bottega non è un comportamento che mi accrediti speranza verso il buon comportamento di chi potrebbe essere una delle massime cariche dello Stato; ci serve un Presidente della Repubblica che vigili sulla Costituzione e che sappia spronare Governo e Parlamento ad agire sui problemi concreti quando questi tentennano.

Certo che Emma Bonino per quel ruolo sarebbe tra le persone più adatte ma si sa che questi partiti difficilmente un cambiamento lo faranno davvero, troppo distanti dai veri problemi del paese; tra le forze maggiori l'unica a proporre qualcuno di serio è stata il Movimento 5 Stelle con Rodotà (anche se come terza scelta) ed anche questo fa capire il perché in molti ànno preferito Grillo ai partiti tradizionali: forse da li qualcosa di buono potrebbe pure nascere, dal resto al momento c'è poca speranza (ahimè)

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Roberto Baietti
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